La Compagnia di AGOSTA
Il pellegrinaggio più antico e più sentito dal popolo di Agosta è quello che si svolge nei giorni 24, 25 e 26 luglio, al santuario della SS. Trinità di Vallepietra, presso il monte Autore, nella ricorrenza della festa di Sant’Anna, a cui il popolo di Agosta è particolarmente devoto. Questo pellegrinaggio sembra risalire ai primi del 1600 quando, però, la compagnia si recava a piedi al santuario presso “ la price”, la domenica dopo le Pentecoste. Soltanto verso il 1630 si spostò la ricorrenza alla data attuale, a seguito del viaggio che gli agostani facevano ogni anno il venticinque di luglio, per recarsi a Vallepietra a fare compere alla fiera di San Cristoforo, patrono del piccolo paese e, quindi, approfittando di tale circostanza, pernottavano in paese per salire, poi, il giorno seguente, a far visita al santuario proprio nel giorno del ventisei luglio, dedicato a Sant’Anna, patrona delle mamme in attesa e delle partorienti, nonché madre di Maria. Il pellegrinaggio si svolge a piedi, percorrendo all’incirca cinquanta chilometri, attraversando un paesaggio incantevole tra boschi di faggio e colline rigogliose di vegetazione. Infatti, ci troviamo nel punto centrale del parco dei monti Simbruini, nei pressi del monte Autore (1853 m.), dove non è difficile incontrare sorgenti e polle d’acqua che conferiscono al paesaggio una naturale bellezza. Paesaggio incantato, popolato ancora da specie di animali protetti, quali il lupo, l’orso marsicano, il falco pellegrino e l’aquila reale. Secolari boschi di faggio si alternano a distese pianeggianti, che abbondano di odori ormai quasi sconosciuti a chi non frequenta tali posti, di frutti di sottobosco (fragole, ribes, mirtilli) e di fiori dalla bellezza selvaggia, quali genziane, primule, margherite ed orchidee selvagge. La nebbia, spesso, contribuisce a dare a tale spettacolo un tocco suggestivo, tanto da far credere al viandante di trovarsi in un ambiente surreale. Tornando al nostro pellegrinaggio, rammentiamo che la partenza avviene nella notte tra il ventiquattro ed il venticinque luglio. Verso mezzanotte, nella chiesa parrocchiale, il parroco impartisce la santa benedizione ai pellegrini che si apprestano ad affrontare a piedi l’aspro cammino per il Santuario, attraversando sentieri di montagna, ciottolosi e scoscesi, alla volta di Cervara di Roma. Questo è sicuramente il tratto più duro di tutto il viaggio, a cui si aggiunge il fatto di effettuarlo con il buio. Arrivati a Cervara, ci si rifocilla un po’ e, dopo essersi riposati, si riprende con molta lena il cammino verso la località detta “femmina morta”, così chiamata perché, secondo la leggenda, qui alcuni briganti uccisero una donna. Questa località desta curiosità nei bambini di Agosta, i quali, volendo imitare i genitori, già in tenera età vorrebbero recarsi a piedi al Santuario. Per scoraggiarli, i genitori dicono loro che, giunti a tale località, devono portare sulle spalle una “femmena morta”, ottenendo così il risultato sperato, ossia la rinuncia dei figli a fare il viaggio. Verso mezzogiorno, dopo aver attraversato un’altra bellissima località detta “Prataglia” in località Camposecco di Camerata, si giunge al “Campo della Pietra” dove la compagnia si riunisce al resto dei pellegrini giunti sul posto con le auto, con il pullman, con i cavalli, consumando un pasto frugale all’ombra dei faggi secolari e nel silenzio rotto solo dal canto di qualche uccello o dal canto di qualche compagnia che già sta lasciando il santuario. Verso le ore quindici, tutti i pellegrini ripartono alla volta della località detta Croce. Processionalmente, con a capo la “Stennardina” raffigurante l’immagine di sant’Anna, si scende il sentiero ripido e scosceso che conduce verso il Santuario. Un tempo la compagnia veniva accompagnata anche dal suono della banda.Oggi molte tradizioni vanno perdendosi, anche se il popolo di Agosta può ben dire di vantare una spiccata sensibilità da parte dei giovani che partecipano ancora molto numerosi al pellegrinaggio.
L’imponenza della partecipazione è sempre stata fonte di orgoglio da parte degli agostani, tanto da raggiungere nelle annate più favorevoli, la quota di mille pellegrini, ricevendo il plauso e l’ammirazione delle autorità religiose del Santuario, nonché degli altri pellegrini presenti. Particolarmente suggestivi sono i canti che la compagnia intona durante il tragitto, ma soprattutto nel momento in cui si scende processionalmente verso il Santuario, cantando la canzone del miracolo operato da S. Anna, nonché il canto “addio Sant’Anna, noi famo partenza” cantato dai pellegrini alle tre del mattino del ventisei luglio, quando ci si appresta a lasciare il Santuario per tornare al paese, con la nostalgia che un altro pellegrinaggio sta per terminare, ma già pieni di entusiasmo e con la speranza di partecipare con più fervore e una fede più salda l’anno venturo. Degna di nota è anche la “canzone di Gino” che sembra appartenere unicamente ai pellegrini di Agosta, i quali la intonano durante la sosta notturna al Santuario. E’ la storia in musica di un giovane, il quale, contro il parere dei genitori, decide di emigrare in America, dove resta per trent’anni, facendo fortuna. Tornato di notte al suo paese, si reca nella casa dei propri genitori, dove chiede asilo, non svelando però la sua identità, promettendo a sé stesso di farlo il mattino seguente per fare una sorpresa. I genitori, non avendolo riconosciuto e visto che era pieno di soldi, decidono di ucciderlo nel sonno. A Gino appare in sogno la SS. Trinità che lo avvisa del pericolo che sta correndo e lo incita a rivelare subito ai genitori la sua identità. Egli si sveglia impaurito e rivela il suo nome ai genitori, i quali implorano il suo perdono ed insieme si recano al Santuario a ringraziare la SS. Trinità. Il popolo di Agosta non ha mancato di mostrare la propria riconoscenza a Sant’Anna ed alla SS. Trinità, in occasione della seconda guerra mondiale, quando tutto il paese si recò al Santuario a ringraziare la SS.Trinità per aver salvato il popolo di Agosta dalla morte. A testimonianza di tanta devozione, alcuni devoti hanno voluto rendere testimonianza della loro fede erigendo in località “lucinetto” una cappellina in onore di S.Anna e della SS.Trinità. Essa si trova in una cornice naturale, suggestiva, molto somigliante a quella del Santuario di Vallepietra. La quiete e la bellezza del luogo permette a tutti coloro che vogliono rivolgere una preghiera a S.Anna, così presente nel cuore di ogni agostano, di recarvisi con molta facilità, essendo raggiungibile a piedi dal paese, e sostare davanti all’immagine benedetta dal parroco di Agosta, in occasione del ritorno del pellegrinaggio dell’ anno 2007. E’ in questo posto, infatti, che la compagnia passa quando fa una breve sosta prima di tornare in paese, salutati dal suono delle campane e dai fuochi d’artificio che rimbombano nella valle.